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Ultimo Aggiornamento: 21/05/2017 18:53
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Città: ROMA
Età: 38
Sesso: Maschile
03/05/2017 18:01

Scenario "1444 November 11 ,Empires of the Sands"

IL REGNO DI DIO


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1444-1480: Alla ricerca di un equilibrio di alleanze.


Lo Stato della Chiesa negli anni 40 del XV secolo si allea con l'Arciducato d'Austria, il Regno d'Aragona ,la Serenissima ed ovviamente Urbino, presto annesso e sostituito dalla Rep. Elvetica. Tali numerose ed impegnative alleanze si dimostrano da subito funzionali a contrastare diplomaticamente l'aggressivo Granducato Mediceo di Toscana, che annetterà Siena a metà degli anni 60 del secolo.
Sarà comunque l'alleanza con il Regno di Francia , attiva a partire dal '58 , a caratterizzare e condizionare maggiormente la politica estera dello Stato italiano negli anni a venire. L'alleanza con Parigi, conseguente alla perdita di quella con gli aragonesi oramai in orbita castigliana, obbligherà il pontefice Sisto IV a partecipare quale alleato alla guerra contro l'Inghilterra per la liberazione della Normandia iniziata nel 1469 e protrattasi per alcuni anni.


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La guerra , che sarà vittoriosa per la Francia , porterà introiti economici consistenti nelle casse dello Stato Pontificio (solo la Savoia pagherà 43k ducati quale risarcimento per i danni di guerra a Roma) e sarà un banco di prova brillantemente superato dall'esercito Papalino, capace di annientare un armata Savoiarda intenta ad assediare Bologna, cosi' come di espugnare molte città nella Savoia stessa e del Regno di Portogallo, alleato agli inglesi.

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L'amicizia con la Francia con il passare del tempo porterà però anche problemi , causando "stress" a quella tentennale con gli Asburgo ( acerrimi rivali dei francesi ) e anche nei rapporti bilaterali con il Regno di Castiglia, alleato a questi ultimi e ben presente, con Napoli e i possedimenti aragonesi, nella penisola italiana.
Per Roma il dilemma: Mantenere l'amicizia con il Regno di Francia e quindi garantirsi tranquillità sui possedimenti avignonesi ed eventualmente aprirsi prospettive espansionistiche nelle terre provenzali (ma col rischio di inimicarsi definitivamente Vienna , potente alleata di Firenze e del Regno di Castiglia)?; oppure scaricare Parigi rischiando di perdere Avignone e buttarsi tra le braccia degli Asburgo ,e magari anche di Madrid?

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Sisto IV



1481-1486: La via Francigena


Nel 1481 la decisione è presa con la dichiarazione di guerra alla Provenza promossa da Sisto IV: sarà a nord ovest , in Francia , che lo Stato della Chiesa cercherà fruttosa amicizia e alleanza d'ora in poi.

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Il 17 giugno 1482 , morto Sisto IV, viene eletto pontefice Clemente VII e sarà sotto il suo pontificato che Roma conquisterà nuove terre al "Regno di Dio", annettendo Draguignan e Provenza . Tre mesi dopo l' elezione di Clemente al soglio di Pietro , intanto, Vienna aveva annullato l'alleanza con Roma e due anni dopo sarà Roma stessa a sciogliere l' alleanza con Venezia , impegnata in un conflitto contro l'Impero Ottomano. Nuove alleanze verranno istituite quindi con lo Stato Borgognone ed il Regno di Ungheria, che andranno ad affiancare quelle storiche con il Regno di Francia e la Repubblica Svizzera.


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La Provenza


Cosi' , nel giro di un quinquennio, prima Sisto IV poi Clemente VII indirizzano definitivamente la politica estera romana verso Parigi e gli interessi francesi, con enormi cambiamenti sull'asse diplomatico. D' ora in poi lo Stato Ecclesiastico si dovra' guardare dall' Austria, dal Regno di Castiglia , avversari della Francia, e soprattutto, in casa propria , da Firenze, Milano e Venezia.





1486-1496: La nascita di una Grande Potenza


Papa Alessandro VI , anno 1490 , nel tentativo di trovare spazio di manovra in Italia , si allea a Genova e scarica il vecchio alleato borgognone; in quello stesso anno Firenze attacca Ferrara strappandole Modena. Roma reagisce conquistando Ferrara stessa , già prostrata dalla guerra contro i Fiorentini, dopo breve assedio senza quasi colpo ferire.
Un anno dopo, pontefice Eugenio V, arriva la scomunica del Granduca Toscano : è il 2 Agosto 1491. Il tentativo di Roma di frenare l'aggressività di Firenze è ormai sotto gli occhi di tutto il mondo cristiano.
Il 2 febbraio 1492 lo Stato della Chiesa , appoggiato dagli Svizzeri fedeli alleati, dichiara guerra alla Savoia (alleata alla Provenza). Sarà l'ennesimo trionfo delle armate romane che , sbaragliato il nemico , ne decreteranno il ridimensionamento definitivo: a Roma andranno il cuneese e il monferrato, il torinese diverrà elvetico.

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Sotto Paolo II prende corpo l'idea del "Santo Corridoio": Un "corridoio" appunto che colleghi sulla terra ferma Roma con Avignone per edificare il quale Roma , con alleata la Francia e la solita Repubblica Elvetica, dichiara guerra a Mantova , alleata a Milano. E' il 3 ottobre 1494 quando scoppiano le ostilità. Francesi e Papalini devastano le campagne lombarde e per Mantova e Milano non c'è scampo: Mantova ed il cremonese sono annesse al "Regno di Dio".

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Le terribili fanterie pontificie

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Cavalleria pontificia ,sullo sfondo , si schiera a pochi km da Milano. E' l'inverno '96

L'Impero è sconvolto dall'avanzata romana: Cosa vogliono fare a Roma, un nuovo impero? ...Magari scalzando quello germanico? Monta il risentimento contro lo Stato della Chiesa, probabilmente sobillato da Firenze e Venezia , e presto si crea una coalizione di stati germanici nemici di Roma pronti ad appoggiare chiunque in Italia voglia sfidare le armate pontificie.

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Paolo II, immaginò il "Santo Corridoio". Con lui lo Stato della Chiesa assurge a grande potenza sul finire del XV sec.




1497-1513: Voltafaccia e Ridimensionamento


Trascorrono quasi 15 anni di pace e di sviluppo per lo Stato della Chiesa, concentrato in politica estera a cercare di migliorare i rapporti bilaterali con mezza Europa, nel tentativo di ripulire una reputazione macchiata dalle scaltre conquiste effettuate sul finire del secolo precedente.
Nell' Aprile del 1511 però il Re di Francia dichiara guerra al Regno di Castiglia che è in unione personale con i regni di Aragona e Napoli. Con gli iberici si schiera l' Arciducato d'Austria, nonchè il Portogallo. Per lo Stato della Chiesa è un cortocircuito: Se si schierasse con Parigi si troverebbe stretto in una morsa fatale tra le truppe austriache da nord , napoletane da sud ed aragonesi da ovest, in un contesto in cui già Milano, Venezia e Firenze sono pronte ad aggredire Roma alla prima occasione favorevole. E' questa la situazione che porta Roma al cambio dell'alleanza: Il 4 Maggio lo Stato Pontificio entra in guerra contro Parigi quale alleato del Regno di Castiglia e dell'Arciducato d'Austria.
La guerra arride agli alleati austriaci e castigliani, assai meno ai papalini, che collezionano una serie impressionante di sconfitte, le prime per le armate del Papa dopo decenni di trionfi.

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Ma il peggio deve ancora venire : Nel Febbraio del 1513 Firenze dichiara guerra a Roma , portandosi dietro gli Stati della coalizione antiromana nata quasi venti anni prima per contrastare lo strapotere dello Stato Pontificio nella penosola italica. Molti pezzi sono stati persi nel corso degli anni e gli stati coalizzati sono ormai relativamente pochi, ma la situazione di crisi delle armate pontificie, la defezione del Regno di Castiglia ,troppo preso dalla tremenda guerra contro Parigi per curarsi dello sventurato alleato italiano, e lo scarso supporto ungherese faranno il resto: Le provincie dello Stato Ecclesiastico sono devastate dalle armate nemiche.

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Gli ultimi sussulti delle armate di Sua Santità si compiranno il 28 Aprile ed il 24 Settembre del 1513 , e saranno ancora sconfitte pesanti per i soldati di Roma.

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Il 3 Novembre 1513 Sua Santità Papa Innocenzo IX, salito al Soglio di Pietro da meno di due mesi in piena guerra , firma le durissime condizioni di resa. Roma perdera' Cremona, Mantova , Cuneo e il Monferrato, riuscirà a tenere Urbino solo in cambio di moltissimi ducati.

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1514-1528: Recuperare forze e credibilità


Mentre a Firenze si festeggia la guerra vinta per Roma non è ancora finita , essendo ancora invischiata nella guerra contro la Francia. Certamente però ora la situazione è molto positiva, con austriaci e iberici vincenti in molti settori, e questo consente allo Stato della Chiesa di partecipare molto marginalmente alla vittoria finale, che arriverà nel 1517 e costerà alcune perdite territoriali al Regno transalpino. Rapidamente, ancora durante il conflitto, verrà riattivata l'alleanza con Madrid e finalmente anche quella con Vienna. Quando la guerra con Parigi è finita Roma si ritrova con solidi e potenti alleati quali Austria, Castiglia, Ungheria e Svizzera. Oltre a qualche ducato guadagnato dalle trattative di pace ci sarà anche il riscatto per le armate del Papa, capaci di battere un esercito veneto (Venezia è alleata di Parigi) a Treviso il 17 Marzo 1515.

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Lo Stato della Chiesa giunge quindi nel 1518 completamente esausto, ridimensionato e orfano del titolo di "Grande Potenza" conquistato appena venti anni prima. E' giunto il momento di ricostruire.

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Tra tante sventure ci sono anche notizie positive: Lo Stato della Chiesa resta, nonostante tutto, tra i piu' progrediti e moderni al mondo.

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Se Roma piange Firenze ride: Il Granducato distrugge Genova e ne annette gran parte del territorio ligure. La sua avanzata appare inarrestabile e nonostante i Papi continuino incessanti a scomunicarne i governanti è probabilmente in quegli anni il piu' potente stato italiano .

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Per lo Stato della Chiesa questi sono anni in cui peraltro si prosegue nell'opera di fortificazione iniziata il secolo precedente. Non vi è regione, provincia e territorio , soprattutto nello stivale ,dove non sorga una fortezza pontificia atta a scoraggiare qualsiasi azione offensiva di un ipotetico potenziale nemico.




1529-1534:Una Sconfitta Vittoriosa in un mondo che cambia rapidamente


Accade anche che si possa vincere una guerra perdendo una battaglia, come nel 1530 a Ferrara... ma andiamo con ordine. Per lo Stato Ecclesiastico si materializza a cavallo degli anni '30 del XVI secolo una ghiotta occasione: il redivivo Ducato savoiardo, partorito dagli accordi di pace con Firenze di 15 anni prima, è alleato a Milano. Per Roma vi è la possibilità concreta di recuperare terre già sue in un colpo solo, ed il 1 Marzo 1529 dichiara guerra alla Savoia. Il conflitto si svolge tra Roma e gli Elvetici da una parte, Milano e il Ducato di Savoia dall'altro , restando praticamente inoperosi il Regno di Ungheria (pro-Roma) e il Brabante (pro-Milano).
Papalini e Svizzeri iniziano subito a porre sotto assedio Milano, Mantova e , espugnata questa , Parma. I Milanesi ed i Savoiardi, attraversati i territori di una compiacente Firenze, pongono sotto assedio Bologna e Roma. Quando la situazione nel ferrarese si fa quasi insostenibile le truppe del Papa (che già hanno nel frattempo espugnato Mantova e Parma) attaccano i Milanesi assedianti Ferrara ormai esausta. La vittoria arride ai lombardi e i romani vengono ricacciati con pesanti perdite , ma la situazione per Il Carroccio è comunque insostenibile e i vincitori dello scontro accettano a rinunciare a Mantova pur di ottenere una pace separata. Restati soli anche i Savoiardi , conseguentemente agli assedi vincenti di Cuneo e Monferrato, accettano la pace rinunciando a Cuneo stessa. E' un trionfo per Papa Alessandro VII: Cuneo e Mantova tornano romane al prezzo di una... sconfitta (e qualche assedio ben condotto).

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Mentre in Italia guerreggiano Roma, Venezia, Firenze e Milano , il mondo sta cambiando rapidamente: Castiglia, Aragona e Napoli si sono fuse in un unico regno: La Spagna; la Gran Bretagna domina le isole , appunto, britanniche; l' Impero Ottomano avanza paurosamente in Europa annientando il Regno di Ungheria; avanzano nuove professioni cristiane eretiche che sconquassano l'ordine e la stabilità civile precedente piu' o meno imposta dal cattolicesimo romano; il "nuovo mondo" sposta equilibri ed interessi in direzione delle americhe: Sarà li che si apriranno nuovi fronti ed appariranno nuovi instabili confini ...

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1535-1540: Alessandro VII "Magno", la genesi di un mito


Che Papa Alessandro VII fosse un politico capace i contemporanei lo avevano scoperto presto, e cioè fin dai tempi della conquista di Cuneo e Mantova nella guerra del '29-'31. Di cosa fosse capace negli anni a venire però , con ogni probabilità, forse pochi poterono immaginarlo fino a poco prima che le sue azioni si trasformassero in "storia", sul finire degli anni '30.
Lo Stato della Chiesa, uscito pochi anni prima dalla disfatta piu' totale nella guerra punitiva promossa da Firenze, tornò nel breve volgere di un decennio ad essere annoverato tra le "Grandi Potenze", a possedere un "Impero" (per quanto piccolo) ed ad accrescersi ben piu' di quanto non fosse stato durante il periodo delle conquiste degli anni '90 del secolo precedente. Tutto ciò senza quasi spargimento di sangue per le armate pontificie ed il "popolo", il che non guastò nell'accrescere il mito dell'ideatore della strategia che portò a tali eventi. Per tutte queste ragioni l'autore di tali incredibili imprese venne ricordato dal popolo romano come "Magno", emulo del suo illustre omonimo macedone di epoca classica perlappunto: Alessandro VII "Magno".
Nel Settembre 1537 Firenze e' in guerra con la Reppublica ligure (Ufficialmente "Genovese", ma Genova è ormai da anni possedimento del Granducato di Toscana) ed Albenga è conquistata dai toscani dopo breve assedio. E' a questo punto che Alessandro decide di intervenire: Dichiara guerra ai liguri, occupa Nizza e la Corsica senza colpo ferire (non vi è traccia di soldati nemici, ormai annientati dai fiorentini) e propone la pace alle seguenti condizioni, accettate dal nemico: Nizza, Corsica ed i possedimenti in Crimea sotto il controllo della Repubblica di San Giorgio diverrano "romani".
Cosi' senza quasi colpo ferire lo Stato "Romano" allarga i suoi possedimenti "francesi", conquista la Corsica e annette l' Impero Genovese di Crimea. Lo Stato della Chiesa è di nuovo nel novero delle "Grandi Potenze" del mondo. Tutto questo al "prezzo" di sole 1450 perdite tra le truppe papaline .

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Alessandro VII , salito al Soglio Petrino il 24 Ottobre 1525 con uno Stato della Chiesa in piena crisi e orfano di consistenti perdite territoriali, passava a miglior vita nell' estate del 1540, lasciando uno Stato della Chiesa tra le otto potenze mondiali dell'epoca e con un estensione territoriale mai avuta in precedenza.

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Alessandro VII Magno. Fu grazie al suo "genio" che lo Stato Ecclesiastico tornò in pochissimi anni ad essere annoverato tra le "Grandi Potenze" nel volgere degli anni '30 del XVI sec.



1541-1547: La vendetta di Roma


Passano alcuni anni di quiete in cui il Governo di Roma si dedica con tutte le forze a contenere l'ondata protestante che interessa vaste aree dello stivale. A metà degli anni '40 però lo stridore delle armi torna a riecheggiare per l'Europa e Roma non si chiama fuori. A ben vedere il conflitto è abbastanza circoscritto ed invenste la Svizzera che dichiara guerra ad alcuni Principati Germanici. Gli Elvetici chiamano Roma in aiuto ed ovviamente quest'ultima accorre, rispettosa di una alleanza ormai centenaria col vicino alpino. Inoltre per lo Stato Ecclesiastico è anche l'occasione per vendicarsi: Alcuni degli Stati scesi in campo contro gli elvetici altro non sono che gli stessi che quasi trent'anni prima , coalizzati a Firenze, posero a ferro e fuoco le provincie romane. Non da ultimo la regione del Delfinato, in perenne rivolta contro il Ducato di Provenza detentore del diritto di possesso, è un ghiotto boccone per il Papato per accrescere i possedimenti francesi.
Le armate di Roma , nel corso dei 3 anni del conflitto, prima si pongono sulla difensiva sulla "Francia Papale", poi accorrono in difesa delle città elvetiche poste sotto assedio dai nemici, infine investono con assedi varie città dei Principati germanici come Liegi e Francoforte. Il peso dei "Tercios" romani e' determinante ai fini della vittoria finale e nonostante qualche sconfitta indolore saranno piuttosto le vittorie schiaccianti del 16 settembre '45 e soprattutto quella del del 9 Aprile '46 contro l'armata coalizzata di Liegi e Provenza a decretare il trionfo delle armate romano-elvetiche.

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Il 12 Gennaio del 1547 la Provenza ed i suoi alleati firmano gli accordi di pace: Il Delfinato entra a far parte della "Francia Papalina"

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"Tercios" pontifici pronti all'impatto nel Vallese

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Un momento della battaglia del 9 Aprile '46

Nonostante questo ennesimo successo Budapest scavalca Roma e si colloca ottava tra le "Grandi Potenze".



!548-1577: La Guerra d'Italia


Il percorso che porterà a quella che verrà ricordata come la "Guerra d'Italia" parte da lontano, e cioè dagli anni '50 del XVI sec. ( Urbano VIII Papa) e dalla guerra contro Venezia. Nel 1558 La Rep. Elvetica inizia la 2' Guerra di Conquista di Breisgau e al suo fianco chiama , oltre al Wurttenberg, anche il fedele Stato della Chiesa: La Svizzera contrasterà gli Stati tedeschi nemici , mentre Roma si dovrà occupare della Serenissima e dello Stato dei Cavalieri. Da principio i Veneziani pongono sotto assedio Ferrara , ma si danno rapidamente alla fuga al sopraggiungere della piu' numerosa armata romana e cosi', mentre sul mare la superiorità della Marina Pontificia è schiacciante (in 4 scontri navali causerà la perdita di 26 navi alle flotte di Venezia e Rodi al costo di sole 2 perdite), i soldati di Roma iniziano e concludono senza intoppi gli assedi di Verona, Treviso, Friuli ed infine Venezia stessa. Precedentemente a nord , avendo gli svizzeri enormi difficoltà contro i soldati di Maiz, Baden e Ravensburg, i papalini erano accorsi in soccorso degli alleati , e nella grande battaglia di San Gallo del 1 Ottobre 1559 avevano annientato gli eserciti nemici coalizzati in un epica battaglia.

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Nel '61 con Venezia conquistata dopo un breve assedio per terra e per mare si arriverà alla pace separata conclusa dai delegati papalini e quelli de Baden: A Roma verrà assegnata Verona.
La Serenissima esce dal conflitto definitivamente ridimensionata e Roma , invece, è nuovamente l'ottava potenza mondiale (perderà però il riconoscimento pochi anni dopo a causa dei successi dello Stato Teutonico) .
Ormai la politica pontificia di questi anni è chiara essendo evidente che nelle intenzioni del Regno di Dio ci sia la volontà di colpire definitivamente, dopo Venezia, gli altri due temibili contendenti italiani: Milano e Firenze. Cosi' passano gli anni in attesa che ci sia l'occasione di sorprendere i nemici , ma l'occasione sembra non venire mai...
Papa Gregorio XIII deciderà infine di rompere gli indugi ed il 1 Aprile 1572 lo Stato Pontificio, affiancato dalla Svizzera, l'Austria ed il Regno di Spagna dichiara guerra a Milano, alleata a Firenze, Boemia, Francoforte, Sassonia e Munster. E' scoppiata la Guerra d'Italia. Si tratta di un azzardo calcolato da parte di Sua Santità: La strategia è di colpire le armate di Milano e Firenze separatamente impedendone il ricongiungimento, con gli Svizzeri di supporto e nella speranza che gli austriaci riescano a nautralizzare il temibilissimo esercito boemo fino al sopraggiungere degli aiuti spagnoli che, nelle intenzioni del Papa, dovrebbero risultare decisivi per la vittoria finale. Ma le cose difficilmente si sviluppano come si desidera a volte...
L'inizio è promettente e i "piani romani" sembrano funzionare: il 13 Maggio l'armata Pontificia al comando di Leo Feltre sorprende quella milanese e la sconfigge, ripetendo il successo anche il 21 Settembre. Non sono vittorie decisive ma sicuramente fanno morale.

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Tercios romani contrastano la cavalleria milanese in Romagna

Il 6 Dicembre però per i pontifici giunge una terribile notizia: Roma è caduta. I Fiorentini hanno conquistato la città. Mentre le truppe del Feltre infatti danno la caccia all'armata milanese battendola piu' volte in battaglie non decisive i toscani , incostrastati , sono discesi e , posta sotto assedio , hanno conquistato la capitale del Regno di Dio. Il Papa è in salvo ma la soldataglia fiorentina infierisce sulla popolazione e lo smacco è indiscutibile per lo Stato Ecclesiastico.
Degli austro-spagnoli intanto purtoppo neanche l'ombra e mentre latitano gli alleati si materializza il nemico piu' temuto: L' enorme armata Boema. Nel Febbraio del 73 , sotto Milano, gli eserciti di Boemia , Firenze , Munster e Milano circondano l armata isolata del Feltre ed è una sconfitta durissima per i romani che si ritirano nella "Francia papalina".

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Il 22 Aprile l'Armata Pontificia , già pesantemente scossa, è raggiunta dai Boemi in Liguria e definitivamente annientata.

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Nel Maggio del '73 la situazione è disperata: La guerra è iniziata da piu di un anno e non c'è traccia degli alleati , inoltre lo Stato Romano non ha piu' un esercito. Arriveranno gli Spagnoli e gli Austriaci ad aiutare lo Stato Ecclesiastico?
La diplomazia pontificia intanto si attiva: bisogna fare qualcosa per salvare il salvabile. Un primo successo , invero insperato, arriva nel Giugno del secondo anno di guerra: Viene conclusa una costosissima pace separata con la Boemia.

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"Ducati benedetti" dirà il Santo Padre successivamente, quelli per comprare la pace con la Boemia. Nel Settembre '73 poi, finalmente, iniziano a giungere rinforzi dalla Spagna (attraverso la Francia). Per Roma si riaccendono le speranze ed anche se Verona , Ferrara e successivamente Avignone verranno espugnate dai nemici la solida economia romana permette di iniziare la ricostruzione, lenta ma costante , di un nuovo esercito nelle regioni centrali italiane. Gli Spagnoli combattono egregiamente e a destra e manca in Italia colpiscono ripetutamente le armate nemiche. Non mancheranno sconfitte anche per gli ispanici, ma il flusso di rinforzi è tale che per Milano e Firenze inizia a mettersi veramente male. Iniziano le defezioni: Il primo tra i nemici a chiamarsi fuori pagando per una pace separata è Francoforte

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Le reclute del nuovo esercito romano intanto iniziano a defluire su Roma per liberarla dall'occupazione fiorentina e , suppur posti in fuga una prima volta nel Dicembre '73 da un esercito Milanese, rinnoveranno l'assedio qualche mese dopo ( per portarlo a compimento dopo molti mesi, il 1 Dicembre 1575). Per tutto il '74 e il '75 la guerra infuria in tutto lo stivale (perfino Napoli verrà posta sotto assedio dai Lombardo-Toscani, senza successo). Gli spagnoli però sono invincibili ed iniziano a vedersi anche gli austriaci, risolti i propri problemi a nord con la Boemia prima e la Sassonia poi, la quale esausta si chiama fuori dal conflitto nel Novembre del 1575. Seguirà la resa di Munster un mese dopo. Restano solo Milano e Firenze a tener testa a Spagnoli, Austriaci, Svizzeri e Romani...

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Nei primissimi mesi del '76 l'esercito Pontificio avanza e pone sotto assedio Firenze mentre austriaci, spagnoli e svizzeri liberano le citta papaline dall'occupazione straniera. Sotto la città medicea si svolgono due terribili battaglie, entrambi vinte dai Romani ed i propri alleati, contro i Lombardo-Toscani ivi portatisi nel disperato tentativo di rompere l'assedio e liberare la capitale del Granducato dalla morsa nemica.
Caduta Firenze per i nemici è la fine: Le scarsamente protette città toscane cadono rapidamente una ad una. A nord , nel Milanese ,non meno devastante è la furia delle armate filoromane .
I delegati di Milano e Firenze , inviati alle trattative di pace , si narra che quasi svennero nell' udire le condizioni imposte dal vincitore, Sua Santità Gregorio XIII. Alla domanda su cosa desiderasse per far cessare la guerra che infuriava in Italia da sei lunghi anni provocando cosi' tanti lutti tra i popoli italici sembra che il Papa rispondesse deciso: "La testa del nemico!". Alla domanda su cosa intendesse specificava infine: "Voglio la testa "pensante" del nemico..Voglio Firenze! Ed ora me la pendero'..."
Il "pegno" per la pace fu Firenze. Ai cittadini fiorentini su permesso di scegliere se rimanere o emigrare nella nuova capitale del Granducato di Toscana, Pisa.
L'intenzione di Papa Gregorio XIII era ormai evidente: I nemici di Roma non avranno pace e verranno distrutti senza alcuna pietà. In Italia non c'è spazio che per un unica capitale: Roma. Le altre verranno conquistate e sottomesse... una ad una.
Il 24 Marzo 1577 cessa la Guerra d'Italia. Roma è nuovamente l'ottava potenza mondiale. Sono ormai lontani i giorni in cui l'Urbe chinava la testa sconfitta e Firenze "punitiva" trionfava su di lei.

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Raffigurazione pittorica degli invincibili soldati Spagnoli nella "Guerra d'Italia"

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Fanteria svizzera a ranghi serrati

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Gregorio XIII . Fu l'indiscusso , machiavellico e spietato protagonista della Guerra d'Italia che imperversò per lo sivale tra il 1571 ed il 1577.



1578-1604: La Grande Guerra Europea


A cavallo del passaggio del secolo esplose in europa una guerra che investi' praticamente tutti gli Stati. Fu una guerra devastante di cui parleremo tra breve causata da conflittualità ormai irrecuperabili e che perduravano da decenni.
Prima però di affrontare la "Grande Guerra" bisogna fare un passo indietro, per raccontare di come , pochi anni prima l'esplosione dell'immane conflitto, Roma annientò le residue speranze della Serenissima di risorgere dalle proprie ceneri.
Dopo la Guerra d'Italia lo Stato Pontificio attraversò un periodo di pace turbato solo dalla dipartita di Gregorio XIII nell' '82, dall'annessione del Granducato di Toscana ad opera della Spagna , e dall'alleanza di Milano con Parigi , entrambi queste due cose avvenute nel '91. Evidentemente i due eventi del '91 furono architettati in funzione antiromana: Per Pisa meglio stare sotto Madrid che sotto Roma.. e sarà l'ultimo smacco "toscano" all'eterno nemico italiano; Milano , perso l'alleato a sud , immediatamente si attivava trovando Parigi disposta a divenirne l' ingombrante protettore. Per Roma due smacchi diplomatici insopportabili.
Un anno dopo Papa Innocenzo X , perso l'obiettivo toscano, decise che erano maturi i tempi per una nuova guerra di conquista. Il vero obiettivo del Pontefice erano le provincie Venete e per obbligare "i Marcolini" allo scontro venne dichiarata guerra alla Sardegna , da poco indipendente ed alleata alla Serenissima.
Da un lato dello schieramento quindi lo Stato della Chiesa e l'Elvetico fedelissimo, dall'altro la Sardegna, Venezia,Cleves, Mainz, Trier e Verden. La potenza romana è incontrastata sul mare come per terra e le truppe pontificie procedono ad occupare tutti i territori veneti , compresa Creta, e sardi. Gli Svizzeri invece vanno in crisi contro gli "Imperiali" e si chiamano presto fuori pagando pur di raggiungere la pace. Saranno le truppe di Roma a sconfiggere gli eserciti "tedeschi" e a porre sotto assedio alcune delle città germaniche nemiche quali Magonza, Palatinato e Nassau, per obbligarle alla resa.

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Le condizioni di resa imposte da Roma saranno impietose: La Sardegna settentrionale, il Trevigiano ed il Friuli passano sotto governo Ecclesiastico. Per Venezia , che nel frattempo in varie sconfitte patite sul mare ad opera della potentissima marina pontificia ha perso quasi tutta la flotta, e' la fine. Oltre Venezia stessa la Repubblica mantiene solo l'Istria e Creta.

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Roma , ottava potenza mondiale, trionfa dunque in Italia... ma pagherà a caro prezzo questa vittoria sulla Serenissima pochissimi mesi dopo , nella "Grande Guerra".
Le cause della "Grande Guerra" vanno ricercate nell'isolamento della Francia ma soprattutto nella volontà di accrescimento territoriale dell' Arciducato d'Austria. Ad est di Vienna trionfa infatti il Turco, che ha fatto a brandelli il Regno Magiaro, a sud c' è l'alleato Pontificio con il quale non ci sono motivi di attrito ed a nord la Boemia, potentissima ed alleata all' Ottomano. Per gli Asburgo l'unica strada percorribile è ad ovest: il Ducato di Milano.
Pur essendo apparentemente una preda facile Milano vivacchia serenamente, essendo protetto da solida alleanza con la Francia. Lo Stato Pontificio si guarda bene di aggredire "Il Carroccio" sapendo bene che questo potrebbe causare una deflagrazione generale in Europa... ma purtoppo gli Asburgo tanti scrupoli non hanno intenzione di farseli e nel Giugno del 1599 dichiarano guerra a Milano. A Roma da pochi anni è stato eletto Papa Marcello II.

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Roma , pur se uscita da pochi anni dalla guerra vittoriosa contro Venezia ed avendo l'Esercito non del tutto preparato ,con il 50% della riserva disponibile, non può essere da meno e scende in campo al fianco dei propri alleati Austriaci, Spagnoli e Britannici. Con Milano si schierano la Francia e la Boemia e , per gioco delle alleanze qualche mese dopo anche l'Impero Russo (che nel Novembre del '99 occupa la "Crimea Romana" ) e un anno dopo quello Ottomano.

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L'unica "Grande Potenza" europea che resta estranea al conflitto è lo Stato dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici. Per il resto l'Europa si trasforma in un immane campo di battaglia.
Ora per chi scrive sarebbe impossibile descrivere minuziosamente tutti i fatti, le battaglie e gli assedi che accaddero nei 5 anni del conflitto... ci concentreremo quindi sullo sviluppo della guerra nel settore che interessò lo Stato del Papa.
Le truppe pontificie immediatamente scattano alla conquista delle provincie milanesi, totalmente indifese. Brescia , Cremona, Milano e Parma cadono, Novara viene conquistata dagli austriaci. I guai per Roma però sono piu' ad ovest, nella "Francia Pontificia": Avignone ed il Delfinato sono occupate dal nemico. Mentre la Marina Pontificia si fa valere sul mare collezionando vittorie insieme a quella Spagnola contro quella Ottomana Scipione Panaro , Comandante in Capo dell'esercito Pontificio , si porta in Francia dove libera i possedimenti romani e pone sotto assedio Lione appartenente al Regno di Francia. Qui nel mese di Giugno del 1601 si svolgerà l'epica battaglia che passerà alla storia come "Il sacrificio dei Leoni di Lione". l' Armata Papalina , forte di 44.000 uomini tra fanterie, cavalleria e artiglierie, si troverà a dover affrontare una armata franco-russa di 110.000 uomini inviata a soccorrere la città.
I Romani si ritireranno solo dopo una lotta accanita. Le perdite saranno di circa 20.000 uomini per parte, anche se lievemente superiori tra i francorussi. Lo stesso Panaro morirà pochi giorni dopo a seguito delle ferite riportate. Seppur sconfitti i Papalini apriranno la strada agli eserciti alleati nel settore francese meridionale: numerose provincie francesi verranno occupate i mesi successivi dalle armate austrospagnole.

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Giugno 1601 , Lione. La Cavalleria Pontificia carica nel settore Francese

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I "Leoni di Lione"

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Nell'Aprile del 1602 l'Armata Pontificia, recuperate le forze e reintegrati i ranghi, si riportera' sotto Lione e questa volta la fortuna arriderà ai Romani comandati da Marzio Bembo che vinceranno quella che passerà alla storia come "La Seconda Battaglia di Lione"

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Un mese dopo si consumerà la vendetta anche contro l'Esercito dello Zar, totalmente annientato nella "Terza Battaglia di Lione"

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Il Regno di Francia è scosso. Le Armate Romane trionfano a sud. Il mito che ammanterà le eroiche gesta dei soldati di Roma nella "Grande Guerra" si rinnoverà nuovamente nel Luglio 1602 nella "Battaglia di Alvernia", dove fu ancora sconfitta "eroica" per le truppe del Papa: Meno di 41.000 soldati Pontifici (in realtà vi è una piccola aliquota di alleati di Cleves all'interno dell'Armata Romana ad onor del vero) si trova ad affrontare 92.000 uomini delle armate riunite franco-russo-ottomane. Lo scontro vedra' prevalere i secondi ma solo dopo durissima lotta.

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La guerra continua ed iniziano le prime defezioni tra gli alleati dell'Austria, la piu' importante delle quali è quella del Regno di Ungheria , posto in grave sofferenza dagli Ottomani ad oriente.
Roma è esausta. Non vi sono piu' riserve per rinforzare le armate e le perdite nelle grandi battaglie svolte in Francia sono state elevatissime... se non ci fossero state tutte quelle battaglie nella guerra precedente contro Venezia forse si potrebbe ancora continuare oggi, ma in queste condizioni contro le armate della prima , terza e quarta "Grande Potenza" mondiale è impossibile andare avanti. Roma chiede e ottiene una "Pace Bianca" separata il 18 Novembre 1602.

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Il sostanziale equilibrio porterà lentamente ad una serie di "Paci Bianche" (Russia: Novembre 1603; Spagna: Febbraio 1604; Ottomani: Marzo 1604) fino alla Pace (Bianca anche questa) firmata da Austria e Milano nel Giugno 1604. E' terminata la "Grande Guerra" e tutto è come prima, nessuna provincia avendo cambiato proprietà in conseguenza del conflitto.



1605-1640: Sostanziali passi in avanti di una Piccola Potenza


Dopo la Grande Guerra Europea lo Stato Ecclesiastico confermò in pieno la sua caratteristica di essere una Piccola Potenza , entrando ed uscendo continuamente dal novero delle "Magnifiche 8" (Potenze Mondiali). Da un lato senzaltro volontà di eccellere per il Regno di Dio , frustrata pero' dall'impossibilità di eguagliare i potenti , per limiti di dimensionamento geografico e complessità orografica. Lo Stato Pontificio è difatti compresso ed incastonato tra vari Stati potentissimi (Francia, Spagna, Austria, Impero Ottomano) con i quali è difficile agire diplomaticamente e verso i quali è arduo puntare a conquistarne territori con la forza; per di piu' nei fatti lo Stato del Papa è nettamente separato nelle proprie componenti: da una parte francese e dall'altra italiana , separate da territori di proprietà della monarchia Spagnola e con una piccola appendice in Crimea, a sua volta del tutto isolata dalle altre due ed estremamente eccentrica.

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Fortificazioni Papali in Crimea

Nel 1616 , sotto Papa Giulio II, Roma dichiara guerra alla Sardegna... Il vero obiettivo è però tutt'altro: è Venezia, alleata ai Sardi.
Il conflitto è meno semplice di quanto si possa pensare se si tiene presente che l'alleanza Sardo-Veneziana comprende anche i seguenti Stati: Augusta, Cavalieri, Cleves, Frisia Orientale, Mainz, Provenza, Riga, Salisburgo, Trier e Verden. Un bel malloppo di nemici in un colpo solo!
I primi scontri avvengono sul mare, dove la flotta romana colpisce pesantemente la veneta. Nel mese di Marzo viene prima invasa la Sardegna meridionale dove nulla può lo scarso contingente allestito a difesa dal governo isolano, e poi attaccata Venezia da terra. La battaglia di Venezia sarà devastante e indicherà chiaramente il livello qualitativo raggiuto dalle armate pontificie: I veneziani perderanno nello scontro 12.000 uomini , cioè l'intera armata... per i romani le perdite ammonteranno a soli poco piu' di 3.000 uomini.

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Venezia. Archibugieri papalini di un reparto Tercios pronti allo scontro

Mentre le armate papaline assediano Cagliari e Venezia , accorrono gli alleati di questi che iniziano a devastare i territori sotto l'egida di Roma. Caduta Venezia vi sarà quindi le battaglia di Verona , vinta da Roma.. ma la ruota girerà presto. Nel mese di novembre l'Austria è attaccata dagli Ottomani ed i loro alleati Russia, Boemia, Baviera e Tlemcen. Roma rinuncia a difendere lo sfortunato alleato... e perde a Mantova uno scontro durissimo contro un esercito riunito di alleati nemici.

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Non è semplice per Roma contro cosi' tanti , seppur piccoli, Stati avversari e battaglieri. Viene sospeso momentaneamente l'assedio di Cagliari e inviato il contingente fino ad allora ivi impiegato , nel continente , a supporto delle restanti armate papaline gravemente in crisi e sotto scacco del nemico. Nel Febbraio '17 c'è il primo riscatto nella battaglia di Ferrara dove "i nostri" vincono contro un piccolo esercito nemico disperdendolo completamente. Un mese dopo a Verona ancora i Papalini sugli scudi azzerano un altra armata nemica. Ad Agosto si ritorna in Sardegna, dove un piccolo contingente Cagliaritano ha conquistato il nord dell'isola, proprietà del Papa. Riprende l'assedio di Cagliari momentaneamente sospeso qualche mese prima. La disperata resistnza sarda è lentamente ma inesorabilmente domata. I pontifici si portano in Istria, ad assediarla, mentre a Cuneo un esercito Papale annienta un armata nemica in maniera clamorosa per l'ennesima volta.

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Il Comandante Pontificio Agno non ripete il successo poco tempo dopo, battuto da un armata coalizzata nemica.

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...ma si riscatta presto, a Mantova. Ancora un successo netto per i romani...

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I successi dei romani iniziano a produrre risultati, nell'Ottobre '18 Cleves si chiama fuori dalla lotta, seguito un mese dopo da Trier. L'assedio di Cagliari è portato a compimento nel Gennaio del '19. Ormai la guerra ha preso una piega netta, con Roma decisa all'offensiva e l'alleanza nemica in crisi. Le armate romane si rivelano superiori a quelle nemiche, con vittorie nette come in Savoia nel Marzo del '19 e, soprattutto, in Sudtirol nel Maggio seguente.

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Rinunciano alla lotta Augusta,Maiz e Salisburgo e si succedono i successi, come a Verona.

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Ormai è impossibile continuare per i Sardo-Veneziani ed i loro associati e si giunge alla resa nel Novembre del 1620. Venezia è romana.

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Conclusa la guerra Roma assiste impotente alla totale distruzione dell'ex alleato Arciducato d'Austria , annientato dall'alleanza Ottomano-Boema. Ormai Roma confinerà direttamente con Turco ad est, essendo il Goriziano annesso all'Impero Levantino. I Turchi sono arrivati nel cuore dell'Europa e la cristianità resta sgomenta a tal nefasta notizia...
Roma stabilizza le sue alleanza: Spagna, Gran Bretagna, Ordine Teutonico e Portogallo e verso la fine degli anni '20 si lancia alla colonizzazione in Karou, a sud del Mali. Lo Stato Ecclesiastico evidentemente cerca nuovi sbocchi, essendo di fatto impossibilitato ad accrescersi territorialmente in europa.
Nel 1633 è di nuovo guerra contro la Sardegna (meridionale) che sarà rapidamente conquistata ed annessa senza alcun problema potendo i suoi alleati (questa volta solo Trier e Cleves) ben poco contro i Pontifici.

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Nell'Ottobre del 1639 è eletto Papa Pio II e l'Austria, alleata ai Teutonici, lotta ancora per la sopravvivenza da un paio di anni contro gli Ottomani , ancora all'attacco. E' giunto per Roma il tempo delle grandi decisioni....

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Pio II



1640-1670: Frustrazioni Europee e Prospettive Africane


Nel 1641 Milano dichiara guerra al Ducato d'Austria, già duramente provato dalla guerra in corso con l'Impero Ottomano. L'intento del piccolo Ducato italiano è chiaro: Annettere il Sudtirolo senza fatica. Le armate austriache sono state sbaragliate dai turchi, chi si puo' frapporre ai Milanesi? Sua Santità gioca d'astuzia dichiarando subito a sua volta guerra a Vienna e ponendo i territori austriaci confinanti sotto assedio, anticipando i milanesi di qualche giorno. Il Papa non vuole che Milano si accresca sui confini del Regno di Dio, ed agisce con destrezza in tal senso. il 1 Dicembre del 1642 l'Austria firma la resa: Sudtirol e Lienz passano a Roma.

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Annessioni quindi a nord-est, ottenute senza alcuna fatica...

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Giunge infine il Marzo 1645. Pio II decide per il grande passo. Tutto è ormai pronto seppur taciuto fino a ora. L'obbiettivo di Roma? La Francia del sud. Roma dichiara guerra a Parigi. Alleati al Santo Padre sono la Spagna con il Brasile Spagnolo e la California, la Gran Bretagna con le Indie occidentali. Con il Regno di Francia scendono in campo Antille, Aquisgrana, Bretagna, Francoforte, La Plata Francese, il Ducato di Milano e Pomerania. I piani papalini sono di accerchiare ed annientare su tre fronti il Regno Francese per poi eventualmente occuparsi di Milano...

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L'inizio del conflitto promette molto bene, con una armata papalina rinforzata da un contingente spagnolo che spazza via un' armata francese in Linguadoca.

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A Luglio però i piani romani subiscono un primo grave colpo: Gli Ottomani entrano in guerra al fianco dei francesi. Sarà Parigi ad essere accerchiata dagli Ispano-anglo-romani , o sarà Roma ad essere circondata dai Franco-turco-ambrosiani? Presto sarà chiaro che l'alleanza francese è molto piu' attiva ed aggressiva di quella romana... Mentre la Marina Romana maciulla quella Ottomana come previsto affondandone decine di navi patendo scarse perdite, a terra i papalini vanno rapidamente in crisi e vengono sconfitti a Parma, a Milano , a Novara e a Brescia.

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Quattro battaglie e quattro sconfitte per i soldati del Papa, abbandonati dagli alleati e obbligati a difendersi disperatamente nei propri territori. Di spagnoli ed inglesi neanche l' ombra, e i mesi passano. Nel Settembre del '46 c'è l'ennesima sconfitta per i soldati di Roma, a Verona.

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Per l'Urbe è impossibile continuare la lotta: Le riserve sono esaurite, gli alleati latitano, molte provincie papaline soffrono l'occupazione straniera. Vi sarà giusto il tempo per un parziale riscatto per gli eserciti del Papa, che finalmente torneranno a vincere una battaglia nel Dicembre '46, a Ferrara.

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A Gennaio '47 si giunge all'armistizio: Roma rinuncia al Delfinato ed a Trento. La Francia trionfa nella guerra difensiva e lo Stato Ecclesiastico ne esce con le ossa rotte.

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Per Roma è evidente che non c'è più possibilità di espandere i propri possedimenti europei e l'ultimo infruttuoso tentativo ne è la prova definitiva. In Africa invece, in prossimità dell'Impero Maaliano, ci sono migliori prospettive ed alcune colonie pontificie si sviluppano sulla costa dell'africa sudsaharina occidentale molto efficientemente. Anche Bretagna e Portogallo stanno investendo nell'area , oltre gli onnipresenti britannici. Per Pio II il Mali può rappresentare un buon obiettivo per accrescere la potenza economica del Regno di Dio. Confinante col Mali c'è il minuto "Regno di Denkyira" che rapidamente conquistato dallo Stato Pontificio nel 1652.

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In Mali fiutano presto le idee romane e corrono ai ripari con un azione semplice quanto mortificante per Pio II: si alleano all'Impero Ottomano. Fine giochi per Roma anche in Mali...
Piu' a sud però c'è forse un obiettivo ancor piu' ghiotto e facile su cui posare avidamente gli occhi: Il Congo. E' vero che il Congo è alleato alla Bretagna, ma per Roma la Bretagna (Che comprende oltre la Bretagna propria i terriori ex Borgognoni ad est del Regno di Francia) non puo' davvero essere un problema come lo rappresenta invece l'Impero Turco, enorme , potentissimo e confinante con il Regno di Dio sui confini orientali italiani. Sarà il Congo la "Prospettiva Africana" dello Stato della Chiesa , e sarà guerra nella primavera del 1661. Contro Roma, che sulla carta ha al proprio fianco la Gran Bretagna ed i suoi Possedimenti ( resteranno tutti nei fatti inoperosi), si schiera anche la Bretagna ed un paio di Stati africani minori. In Congo per le armate pontificie sarà un avanzata travolgente e per gli eserciti africani del Congo ed i suoi alleati africani sarà impossibile arrestarne l'impeto nonostante provino con numerose battaglie difensive a contenerne l'avanzata. Il gap tecnologico è notevole tra l' esercito europeo e questi eserciti africani ed in decine di battaglie vinceranno quasi sempre i Papalini, poche e del tutto marginali le vittorie dei filo-congolesi. Con la Bretagna invece è piu' complicato. I bretoni hanno lasciato i territori europei sguarniti e occupano tutte le colonie romane in "zona maaliana", impiegando in quel settore coloniale la totalità delle proprie risorse militari terresti. Roma invece attacca con i propri soldati rimasti in europa ed inizia ad occupare tutte le provincie europee sottoposte al governo del Ducato. Vengono occupate quindi numerose provincie bretoni, del tutto sguarnite di eserciti difensori, e cio' indurrà il governo del Ducato infine a arrendersi ai delegati Papali. La Bretagna rinuncia alle proprie colonie nell'area , che passeranno a Roma.

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La guerra per i Papalini è ora estremamente piu' semplice, dovendosi concentrare solo ed esclusivamente contro il Congo e i suoi alleati africani. Gli scontri si susseguono e ci vorranno decine di battaglie per piegare la resistenza dei soldati africani , ma alla fine per Roma è vittoria totale. Non sarà Pio II a raccogliere i frutti della vittoria, ma il suo successore: Paolo III.

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Dopo i successi africani Roma è la Settima Potenza Mondiale.
Nella conquista del Congo l'Esercito ha perduto migliaia di uomini, ed il Clero ha preso il controllo da qualche anno controllando di fatto il potere a Roma a discapito dell'efficienza dello Stato nella sua globalità. Il problema verrà risolto solo a distanza di qualche anno sotto Paolo III ed al costo di una grave perdita di stabilità interna. Le nuove provincie acquisite, inoltre, esigono considerevoli investimenti economici per aumentarne la produttività , l'omogeneità e la stabilizzazione intena. Questo sarebbe il tempo per dedicarsi a molte questoni interne quindi per Paolo III, e la speranza sarebbe di un periodo di pace e tranquillità. Ma anche le alleanze sono importanti e Roma non puo' esimersi, un paio di anni dopo la conquista del Congo, di scendere in campo al fianco della Spagna, che ha dichiarato guerra al Marocco. Per Roma la situazione non è semplice: Al fianco del Marocco si schierano Tunisi e il Mali. Le armate papaline, gravemente inefficienti a causa di enormi voragini tra i ranghi prodotte dalla guerra congolese e con una riserva a cui attingere del tutto azzerata, vengono spostante nel settore piu' esposto: La Guinea Papalina ed i suoi possedimenti coloniali a sul del Mali.

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In Guinea le truppe di Sua Santità fanno quello che possono, rintuzzando gli attacchi del Mali e guadagnando tempo: a nord gli Spagnoli maciullano Marocchini e Tunisini e iniziano a riversarsi nel Mali settentrionale. Si andrà avanti qualche anno cosi' in Guinea , fino alla pace bianca del '70 tra lo Stato della Chiesa ed il Marocco. Vista la situazione di precarietà delle armate pontificie va senz'altro bene cosi'... saranno gli Spagnoli a raccogliere i frutti della "loro" guerra. Roma ha solo desiderio di pace e tranquillità ,per risolvere non pochi problemi interni e con le casse semivuote e un Tesoro da ricostruire.


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Congo. Reclute appena giunte dall'Europa in addestramento. Le perdite nella guerra africana furono elevatissime per via dell'accanita resistenza dei locali.

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Costa congolese

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La superiorità tecnologica fece si che la sanguinosa guerra congolese comportò molte perdite tra i papalini e una vera e propria ecatombe tra i guerrieri africani




































































































[Modificato da Viaggiatore nel Tempo 21/05/2017 18:53]
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